1942 - 43 la storia che ci ri-guarda

1942 - 43 la storia che ci ri-guarda

Il Prof. Mario Cordaro nacque a Giardini-Naxos il 15 ottobre del 1910 da padre siciliano e madre toscana. Il 30 giugno 1932 si laureò in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Catania e, subito dopo, divenne assistente del noto ematologo Prof. Di Guglielmo, che prima lo mandò a Pavia a perfezionarsi in ematologia presso la Clinica Medica della locale Università, diretta dal Prof Ferrata, e nel 1938 a Praga nella Clinica Medica del Prof. Pelnar. In tale Istituto lavorò per circa 4 anni, sino alla fine del 1941, pubblicando numerosi lavori scientifici su riviste italiane ed internazionali che gli permisero di conseguire la libera docenza in Patologia Medica.

Nel dicembre del 1941, durante il secondo conflitto mondiale, fu richiamato alle armi con destinazione Russia, ma per una serie di circostanze fu alla fine destinato al Campo di Gonars come interprete e medico. Nel campo restò dal 31 dicembre del 1941 sino al 13 settembre del 1943, quando dopo l’armistizio il Campo si dissolse e prigionieri e custodi scapparono per non essere catturati dai tedeschi.

Successivamente prese dimora a Cividale del Friuli ove assunse l’incarico di Primario del Reparto di Medicina Interna del locale Ospedale Civile.

Introdusse in Italia, seguendo l’insegnamento del medico russo Filatov, la terapia tissulare che sviluppò in maniera originale sia per quanto riguarda la preparazione del biofarmaco che per il sistema di iniezione dello stesso nell’organismo per mezzo della cosiddetta “pistola di Cordaro”.

Dopo il trasferimento a Udine, si dedicò alla libera professione e, nel 1973, con la collaborazione della figlia Dott.ssa Dagmar Maria Cordaro e del genero Dott. Antonio Rampino, fondò l’Istituto Diagnostico Friuli Coram.

Impostò l’Azienda seguendo quei principi ippocratici di umanità che lo ispirarono per tutta la vitamigliorare le proprie qualità umane e professionali, giorno per giorno, per essere più vicini a chi soffre.

Proseguì l’attività professionale, con passione e dedizione, fino a pochi giorni prima della sua morte avvenuta il 21 marzo 1994.

Il Prof. Mario Cordaro nacque a Giardini-Naxos il 15 ottobre del 1910 da padre siciliano e madre toscana. Il 30 giugno 1932 si laureò in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Catania e, subito dopo, divenne assistente del noto ematologo Prof. Di Guglielmo, che prima lo mandò a Pavia a perfezionarsi in ematologia presso la Clinica Medica della locale Università, diretta dal Prof Ferrata, e nel 1938 a Praga nella Clinica Medica del Prof. Pelnar. In tale Istituto lavorò per circa 4 anni, sino alla fine del 1941, pubblicando numerosi lavori scientifici su riviste italiane ed internazionali che gli permisero di conseguire la libera docenza in Patologia Medica.

Nel dicembre del 1941, durante il secondo conflitto mondiale, fu richiamato alle armi con destinazione Russia, ma per una serie di circostanze fu alla fine destinato al Campo di Gonars come interprete e medico. Nel campo restò dal 31 dicembre del 1941 sino al 13 settembre del 1943, quando dopo l’armistizio il Campo si dissolse e prigionieri e custodi scapparono per non essere catturati dai tedeschi.

Successivamente prese dimora a Cividale del Friuli ove assunse l’incarico di Primario del Reparto di Medicina Interna del locale Ospedale Civile.

Introdusse in Italia, seguendo l’insegnamento del medico russo Filatov, la terapia tissulare che sviluppò in maniera originale sia per quanto riguarda la preparazione del biofarmaco che per il sistema di iniezione dello stesso nell’organismo per mezzo della cosiddetta “pistola di Cordaro”.

Dopo il trasferimento a Udine, si dedicò alla libera professione e, nel 1973, con la collaborazione della figlia Dott.ssa Dagmar Maria Cordaro e del genero Dott. Antonio Rampino, fondò l’Istituto Diagnostico Friuli Coram.

Impostò l’Azienda seguendo quei principi ippocratici di umanità che lo ispirarono per tutta la vita: migliorare le proprie qualità umane e professionali, giorno per giorno, per essere più vicini a chi soffre.

Proseguì l’attività professionale, con passione e dedizione, fino a pochi giorni prima della sua morte avvenuta il 21 marzo 1994.

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Pubblicato il 28 settembre 2018

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